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Entrare in un’aula con tanti bambini ogni giorno mi stimola a cercare con cura le parole che più possano muovere in loro la passione per gli esseri umani e il loro appartenere al mondo.
1.Sappiamo che sei mediatrice dei conflitti e counselor professionista, che sei didatta nella scuola che forma i counselor e i mediatori, ma anche insegnante di scuola primaria. Ci chiedevamo cosa ti spinga a continuare a fare la maestra, pur avendo altre specificazioni.
Questa è una domanda speciale perché mi permette di dichiarare che mi ritengo molto fortunata nell’occuparmi di ciò che sento mio da sempre. Nulla mi spinge, è più avere la possibilità, in tutte le mie professioni, di andare incontro a ciò che mi sta a cuore e che, forse, mi appartiene fin da bambina: portare agli altri le parole, le parole per dire il mondo, le relazioni, le emozioni e tutto ciò che ci rende vivi. Sento che, tra i vari ambiti dei quali mi occupo, c’è sinergia e nutrimento reciproco. Certo entrare in un’aula con tanti bambini ogni giorno mi stimola a cercare con cura le parole che più possano muovere in loro la passione per gli esseri umani e il loro appartenere al mondo.
Visto che sono tanti anni che insegni e quindi potresti quasi "farlo ad occhi chiusi", ci chiedevamo se usi sempre le stesse tecniche, modalità strategie o ogni ciclo, ogni anno ri-inventi una nuova esperienza, in relazione al gruppo classe che ti trovi davanti
Non potrei ripetere…Forse il creare continuamente appartiene al mio modo di essere, ma dal mio punto di vista la ripetizione e l’insegnamento non possono camminare accanto. Ci sono sicuramente metodologie e pratiche costruite lungo gli anni, ma sono totalmente a servizio del gruppo in apprendimento che, in quel momento, mi trovo ad accompagnare. Insegnare, per me, non è tanto una ricerca di soluzioni o tecniche, ma un affinamento di sguardo che possa permettere di accompagnare ogni bambino e il gruppo al quale appartiene a realizzare la migliore versione di sé. La scuola è un luogo nel quale co-costruire conoscenza e quindi la ripetizione non è una strada utile. In fondo anche la vita funziona così: all’interno di ritmi che hanno una loro ciclicità si fa spazio, continuamente, il nuovo e l’inedito, l’atteso imprevisto.
Come riesci a percepire cosa serve a quel determinato bambino, qual è la sua esigenza ed adattarti ai suoi bisogni, pur attenendoti ai programmi ministeriali?
Per fortuna non esistono più i programmi! La scuola primaria, da un po’ di anni, fa riferimento a un bellissimo e complesso documento che sono “Le indicazioni nazionali per il curricolo” il quale narra una scuola che mi sento di condividere. Ascoltare è una parola preziosa nella tua domanda: un luogo nel quale si viene ascoltati, dove le tue idee, le tue ipotesi, i tuoi progetti sono accolti è un luogo nel quale ci si può raccontare, grandi e piccoli; un luogo dove posso prendere consapevolezza del mio modo di apprendere e imparare a narrarlo per poter esprimere i miei bisogni, le mie difficoltà, ma anche i miei talenti. Credo sia compito degli insegnanti progettare e curare, fin da subito, questo “campo” all’interno del quale ognuno possa percorrere una sua strada pur appartenendo fortemente a una comunità di apprendimento.
Hai maestri di riferimento e perché li hai individuati come tali?
Cosa di ciò che hai appreso da loro utilizzi e riproduci adattandolo e cosa hai ritenuto opportuno "dimenticare", per fare posto all'eteropoesi
Domanda difficile…Quanti Maestri incontrati e quanti Maestri onorati per poi salutarli. Non credo che sarebbe utile fare un grande elenco di nomi, mi piace pensare che sono stati davvero tanti i luoghi nei quali ho incontrato, amato e riconosciuto dei Maestri…Lo sono stati i tanti libri letti fin da bambina, le poesie, la musica, l’incontro con le persone, i tanti bambini, ragazzi, famiglie con le quali ho lavorato, i viaggi, le passioni, la mia famiglia perché, dal mio punto di vista, Maestri sono tutte quelle esperienze nelle quali intravediamo una direzione che accende in noi la possibilità di scoprire qualcosa che non conosciamo ancora, qualcosa che si intreccia con ciò che già sappiamo per creare una novità, una possibilità, un nuovo cammino di entusiasmante ricerca.
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