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"Sono una di quelle persone che credono che tutto ciò che facciamo in questo mondo, dovrebbe essere legato alla questione della felicità". (Mircea Eliade )
Circa un Nuovo Umanesimo per una Nuova Umanità, cosa fare, come fare? Riflessioni ricavate dall'articolo 5 dello statuto della Associazione Culturale Invictus.
La naturalezza di dirlo: “E chi buddista non è, o non è interessato?”
Benché una buona parte dei soci fondatori di Invictus siano praticanti buddisti, ricordo a me stesso che Invictus è una associazione non-religiosa, aperta alla collaborazione con differenti culture, senza vincoli di appartenenza.
Riprendendo il mio filo rosso, che si è intrecciato a quello di tanti altri, nella costituzione dell’Associazione Culturale Invictus, mi piace osservare che lo splendido successo delle attività nella Stanza delle Orchidee è una derivazione di attività per buddisti.
Sogno derivazioni dall’Associazione Invictus, con altri splendidi successi, anche di chi buddista non è o non è interessato.
Articolo 5, comma 2 (dello Statuto del Centro Studi Invictus): L'Associazione ha lo scopo di:
promuovere un Nuovo Umanesimo per il XXI secolo, orientato alla valorizzazione di ogni singolo essere vivente, nel pieno rispetto della sua unicità, capace di costruire un tempo e una società sostenibile per le attuali e future generazioni. Promuove inoltre lo scambio e il dialogo con altri saperi che condividono le stesse finalità.
Spezzetto questa espressione: promuovere un Nuovo Umanesimo per il XXI secolo.
Vivo in Romania e non posso non ricordare Mircea Eliade. Se l’Umanesimo è strettamente legato al Rinascimento, la cui culla italiana lo ha sempre affascinato, il romeno Eliade, grande storico di religioni, grande viaggiatore tra Occidente e Oriente, ha concepito il concetto di Nuovo Umanesimo, convogliando in esso le culture orientali ed occidentali.
Disse di lui D. Ikeda da una lettura all’università di Bucarest, nel 1983: «Solo chi è nato e cresciuto in un Paese situato al crocevia di civiltà diverse, avrebbe potuto inventare la semplice definizione di "nuovo umanesimo", con tutta la possibile ricchezza per il futuro che essa comporta».
Che significato dare oggi a nuovo umanesimo? L’Umanesimo, nel Rinascimento in Occidente, metteva al centro l'uomo nella vita umana, invece che Dio. Come si arricchisce quel concetto, in questo tempo di ventilato “post-umanesimo”, di “trans-umanesimo” e quant’altro, con l'apporto delle culture filosofiche e religiose dell'Oriente, come immaginato da Eliade?
Perché non occuparci, nella teoria e nella pratica quotidiana di tutto questo?
L’Associazione Invictus se lo propone, con il contributo di tanti e il mio filo rosso trova conforto da Mircea Eliade quando leggo questa sua espressione:
"Sono una di quelle persone che credono che tutto ciò che facciamo in questo mondo, dovrebbe essere legato alla questione della felicità". (Fragmentarium, Bucarest, Humanitas, 1994, pp.86-91
Sempre nel comma due dell’articolo 5, ri-leggo:
per la valorizzazione di ogni singolo essere vivente, nel pieno rispetto della sua unicità, capace di costruire un tempo e una società sostenibile per le attuali e future generazioni.
Come e dove trovare un proposito più stimolante nel tema di una vita?
Tuttavia cosa fare, come fare? Che posso fare io, se questi sono gli scopi che il filo rosso della mia vita riprende nel suo dipanarsi? Come posso concretizzare la mia partecipazione a questa visione, proprio in un tempo tormentato e oscuro quale quello attuale, che sa quasi di ultima spiaggia? “L’ultimo giorno della Legge” lo avevano classificato nell’Oriente Buddista!
Come fare? Cosa fare? Preso da questo turbine di domande mi accorgo, per fortuna, con parole già scritte da altri, che l’ambiente mi aiuta a trovare risposte.
Un aiuto locale su me stesso e globale sul mio ambiente, un aiuto in quanto me singolo e in quanto anch’io essere sociale, parte della comunità ampia di umani.
Torniamo umani
«Non è per un virus o una guerra che rischiamo di estinguerci, ma per la perdita di umanità. Il più grande pericolo per la società non arriva da fuori, ma da dentro. Il virus ha accelerato un processo di disumanizzazione già in corso da decenni, lo ha portato agli eccessi e ce lo ha sbattuto in faccia con inaudita ferocia, così che più nessuno potesse non accorgersene. Questa ferita collettiva non sta segnando la fine, ma ci sta offrendo una preziosa possibilità per evitarla. Guardiamoci attorno, e dentro, per prendere coscienza di ciò che sta accadendo a noi e alla società, che di noi è riflesso.
Non si tratta di abbandonare le proprie ragioni o divenire più arrendevoli nel difenderle, si tratta di riconoscere che dietro a ragioni opposte, c’è un’unica umanità che è stata ridotta, o costretta, a sentirsi diversa, che non si riconosce più nell’altro e, peggio, lo avverte come un pericolo alla propria sopravvivenza.
“Torniamo umani” non è un appello a eliminare differenze e distanze, ma a rimanere umani anche, e nonostante, quelle differenze e distanze. Gli eventi di questi ultimi anni non ci estingueranno, ci stanno offrendo un’occasione per rinascere. Rinascere migliori.
“Torniamo umani” è un invito che facciamo principalmente a noi stessi. Non è un appello alla disobbedienza ma, al contrario, all’obbedienza: tornare a obbedire alla nostra vera natura e all’amore di cui è intrisa. “Tornare umani” non è un atto di resistenza, ma di esistenza, di riaffermazione dell’esistenza, dei suoi valori, della bellezza presente nell’esistere e in ogni essere umano.
Di nulla c’è ora più bisogno che di tornare a essere umani»
Energia emotiva.
[…] l’energia che emani dall’interno attrae situazioni e persone all’esterno. Le emozioni hanno un effetto davvero potente e possono influenzare un’altra persona e il vasto mondo.
Nella scienza standard, le emozioni sono ancora considerate solo chimica, ma secondo Pert le emozioni sono anche fisica e vibrazione. Hai dei recettori in ogni cellula del tuo corpo. Sono come mini-elettropompe. Quando il recettore viene attivato da una corrispondente “molecola di emozioni”, come la chiama Pert, il recettore trasferisce una carica nella cellula, cambia la frequenza elettrica e la sua chimica.
I sentimenti alterano, letteralmente, le frequenze elettriche generate dal nostro corpo, producendo una forma di comunicazione non verbale con il nostro ambiente. Pert ha spiegato che non siamo solo piccoli pezzi di carne. Vibriamo come un diapason; inviamo vibrazioni ad altre persone. Trasmettiamo e riceviamo. Proprio come le nostre singole cellule trasportano una carica elettrica, così fa il corpo nel suo insieme, come un elettromagnete che genera un campo.
Le emozioni sono quindi molto importanti. Sono la chiave per ogni cambiamento. Le tue emozioni lasciano un enorme effetto sul tuo ambiente e su altre persone, cambiando in modo significativo il mondo intorno a te. […]
Mi viene adesso più facile e coinvolgente continuare la lettura dell’articolo 5 dal comma 2 al comma 3
3. … per il raggiungimento dello scopo di cui al comma precedente, l'associazione si propone di:
a) cercare e reperire materiale di qualsivoglia natura: pubblicazioni, registrazioni, filmati, fotografie, volantini e quant’altro risulti utile alla documentazione inerente ai suoi scopi;
b) promuovere attività editoriali e ogni forma di comunicazione (fra le quali: cartacea, informatica, telematica, multimediale, filmica, fotografica, televisiva, radiofonica, illustrativa, artistica in genere, anche con l’ausilio delle reti on-line e tramite la gestione di siti internet);
c) organizzare convegni, seminari;
d) svolgere attività di formazione
e) svolgere attività di informazione, divulgazione collaborando con organizzazioni affini, elaborando progetti di ricerca ed educazione;
e così via, a scelta, senza dimenticare il comma 1: l’Associazione non ha scopo di lucro.
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(1)Riccardo Geminiani è un apprezzato scrittore per bambini, vincitore del primo premio alla terza Biennale nazionale di letteratura per l’infanzia.
(2)Matsudo Killian (Yukio e Susanne) sono una coppia di ricercatori indipendenti per lo sviluppo di un ponte tra
Realizziamo i nostri progetti con tre elementi essenziali:
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