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Oggi fave, non Tecnologia, non Religione, ma Scienza e Spiritualità in un reciproco supporto.
Favole e fave.
Perché non lasciarmi ispirare dal piatto di fave, con riflessioni e domande, per una dissertazione su Scienza e Spiritualità, soffermandomi sul concetto di latenza e manifestazione nella "Vita", meravigliosa e mistica nella sua accezione più ampia?
Mi sono portato in Romania una decina di fave dall'Italia e qui le ho seminate. Sono evolute in piantine e al tempo opportuno ne ho mangiate alcune, tenere e fresche ed altre le ho conservate per una futura semina, in modo che tornino a rinascere.
Vita, morte, vita.
Non tecnologia e non religione, ricordo di aver letto che è Spiritualità, la particolare sensibilità di profonda adesione ai valori universali, che sono il fondamento della crescita umana e non vanno confusi con i dogmi dei differenti credo religiosi e ricordo inoltre che la Scienza, non la tecnologia, che ne è un derivato, è lo studio di tutte le cose, viventi e non viventi, presenti sulla Terra e nell'Universo.
Vita, morte, vita.
Nascita, crescita, invecchiamento, morte, Big-Bang, espansione, collasso… e poi ancora Big-Bang? Anche per ciascuno di noi è così, come per le mie fave?
Riflessioni e domande e poi ancora domande.
Un’immensa biblioteca è stata creata durante la storia dell'uomo, ma esistono davvero libri fondamentali, testi sacri a dimostrare che Scienza e Spiritualità si supportano reciprocamente?
I fedeli del Buddismo indicano il Sutra del Loto.
Ho letto che alcuni studiosi non danno grande valore al Sutra del Loto, considerandolo come una esposizione di allegorie e favole, senza nessuna consistenza filosofica.
Forma, contenuto, essenza, mi piace seguire questo schema.
Per me la fantasiosa descrizione allegorica e anche il ripetuto enfatizzare la grandezza e la profondità dell’insegnamento del Sutra, difficile da comprendere, che solo tra Budda ci si riesce, è l’aspetto relativo alla Forma.
E il Contenuto? Altro che scarsa consistenza filosofica!
Alcuni esempi:
Senza disquisire troppo a lungo mi voglio soffermare sullo straordinario concetto dei 10 fattori.
Nel secondo capitolo, Hoben (Espedienti), del Sutra del Loto si legge: «La vera entità di tutti i fenomeni può essere compresa e condivisa solo tra Budda. Questa realtà consiste di: aspetto, natura, entità, potere, azione, causa (interna), relazione, effetto (latente), retribuzione (effetto manifesto) e della loro coerenza dall’inizio alla fine».
I Dieci fattori sono comuni a tutti gli esseri viventi, in ognuno dei Dieci stati vitali, da Inferno a Buddità. «Dire che tutti gli esseri dei Dieci mondi possiedono i Dieci fattori – spiega Daisaku Ikeda – equivale a dire che, visti con l’occhio del Budda, non c’è alcuna differenza tra la vita del Budda e la nostra vita. La potenziale Illuminazione di tutte le persone, quindi, è certezza».
Abbiamo bisogno di Maestri che ci aiutino a capire e che anche i Discepoli diventino maestri.
È il caso di Richard Causton, discepolo di Ikeda, quando spiega i 10 fattori, nel suo libro: “La meravigliosa Legge del Loto”. In effetti, studiandoli, si arriva a familiarizzare con alcuni concetti, senza quasi rendercene conto.
Ad esempio: “l’esistenza intrinseca latente non manifesta”, che conduce a superare la paura della morte, rendendo credibile il concetto di vita eterna.
Vita, morte, vita.
Bello l’esempio di noi esseri viventi come un foglio di carta con le sue due facciate "A" e "B". Facciata "A": metafora della componente fisica, visibile e facciata "B": metafora della parte spirituale, di pensieri ed emozioni, non visibile. Benché si cambi quanto rappresentato sui due fronti, che peraltro avviene continuamente, niente è mai come prima, il foglio rimane sempre foglio, con facciate diverse, ma sempre foglio, così come la nostra sostanziale essenza.
Più bello ancora l’esempio che mi viene da Ikeda, quando ricorda il continuo ricambio delle nostre cellule, nel turbinio continuo di morti e di nascite. Dopo al massimo 7 anni, ricorda, si può constatare che nessuna delle cellule del passato esiste più. Fisicamente siamo un’altra persona. Anche i pensieri o le emozioni, l’aspetto non visibile, sono altre, eppure ci riconosciamo sempre come la stessa persona.
Si può ripescare una foto di quando eravamo bambini e guardandola possiamo ragionare sul fatto che non esiste più nessuna delle sue componenti fisiche. Sgretolandosi quel bambino non esiste più, ma noi ci sentiamo ancora gli stessi, a riprova che, sebbene tutto cambi, nel turbinio di vita e di morte, l'essenza rimane.
Alla faccia della mancanza di nessun fondamento filosofico!
E che dire della rivoluzionaria esposizione, sempre tramite i 10 fattori, dei 4 aspetti della legge di Causa ed Effetto?
Ci è familiare pensare che gli aspetti di questa legge siano solo due (causa + effetto) e, come spiegato nel Sutra del Loto, sottovalutiamo il fatto che invece sono quattro, che ci riconducono al concetto di latenza e di manifestazione: Causa interna – Effetto latente – Causa esterna – Effetto manifesto.
Ce n’è da riflettere una vita.
Solo di recente la Scienza, con gli studi di Fisica Quantistica, ha scoperto questi concetti che avvalorano quanto espresso da Nichiren Daishonin, sulla simultaneità di Effetto e Causa, in “Renge” di Nam-myoho-renge-kyo.
Non esiste un prima e un dopo.
Makiguchi, fondatore della Soka Gakkai (società per la Creazione di Valore), asserisce, quando si parla di chiarire bene l’obiettivo della pratica buddista, che “l’effetto crea le condizioni, perché la causa lo produca”.
Siamo abituati a pensare che prima venga una e poi l'altro; anche la scienza ora dice che non è vero e che sono simultanei.
Preoccupiamoci pertanto di immaginare e vivere le emozioni dell'effetto realizzato, le cause le porremo di conseguenza.
Si potrebbe dissertare a lungo ancora sui contenuti dell’intero Sutra del Loto e non solo su questi 10 fattori ma, rispetto allo schema di Forma, Contenuto, Essenza, che ho imparato proprio grazie allo studio del Sutra del Loto, quale è l’Essenza indicata da Shakyamuni, il Budda risvegliato? Quale vuole essere?
Nel Sutra del Loto si legge:
Mai ji sa zen
I ga ryo shujo
Toku nyu mu-jo do
Soku joju busshin
«Questo è il mio pensiero costante: come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla Via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo del Budda?» (D. Ikeda, NR, 674, 8).
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(*)I dieci mondi (o stati vitali), uno dei principi buddisti, sono: Inferno - Animalità - Avidità - Collera - Umanità - Studio - Parziale Illuminazione - Bodhisattva - Buddità. Ciascuno di essi contiene gli altri nove.
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